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Il progetto europeo Life Innocereal inizia il suo lavoro sulla produzione sostenibile di cereali

  • L’iniziativa mira a sviluppare azioni innovative nella gestione del suolo e nell’uso di agrofarmaci per migliorare la sostenibilità ambientale, economica e sociale della produzione di grano tenero, grano duro e orzo

L’Università di Cordoba (UCO) ha ospitato il Kick Off Meeting del progetto europeo Life Innocereal, un’iniziativa che mira a facilitare la transizione verso la produzione di cereali a basse emissioni in Europa attraverso l’innovazione tecnologica, il miglioramento della redditività ambientale ed economica e la rivalutazione dell’industria lungo l’intera catena produttiva. Alla cerimonia di apertura ha partecipato Lourdes Arce Jiménez, vicerettore per l’Innovazione e il Trasferimento dell’UCO.

Il progetto prevede lo sviluppo e la promozione di azioni innovative nella gestione del suolo e nell’uso di prodotti agrochimici, nonché l’inserimento di nuove tecnologie per migliorare la sostenibilità ambientale, economica e sociale della produzione di grano tenero, grano duro e orzo in tutti gli anelli della catena del valore, dall’agricoltore alla distribuzione, promuovendo un’etichettatura di qualità ambientale che fornisca un maggiore valore aggiunto al prodotto finale (pane, pasta e birra).

Il consorzio che costituisce il progetto è coordinato dall’Università di Cordoba (UCO), con l’Istituto andaluso per la ricerca e la formazione agricola, ittica e alimentare e la produzione biologica (IFAPA), l’Associazione spagnola dei tecnici cerealicoli (AETC), le Cooperative agroalimentari (CAES), la Comunicazione agroalimentare (AGRIFOOD), la Federazione europea dell’agricoltura conservativa (ECAF), l’Associazione spagnola dell’agricoltura conservativa (AEAC.SV) e Greenfield Technologies come partner beneficiari. Inoltre, Life Innocereal si avvale della collaborazione di aziende e istituzioni come Cooperativas Agroalimentarias de España, Heineken España, Sipcam Ibérica e Intermalta, tra le altre.

Durante l’incontro sono state specificate le azioni che ciascun partner dovrà svolgere e le scadenze da rispettare, sottolineando l’importanza di diffondere i risultati del progetto, “il cui obiettivo è aiutare gli agricoltori a ridurre le emissioni di CO2 nella produzione delle loro colture”, spiega Emilio González, professore presso la Scuola di Ingegneria Agraria e Forestale dell’Università di Cordoba e direttore del progetto Life Innocereal.

Il progetto prevede la creazione di campi dimostrativi in cui la gestione tradizionale degli agricoltori sarà confrontata con le buone pratiche promosse nell’ambito del progetto.

In particolare, in Spagna si prevede di installare almeno 10 campi situati nelle principali regioni di produzione di ciascuno di questi cereali. Nel resto dei Paesi mediterranei (Portogallo, Francia, Italia e Grecia), saranno scelti tre Paesi in cui agire, installando un minimo di 3 campi dimostrativi in ogni Paese.

Javier Alonso, presidente dell’Associazione spagnola dei tecnici cerealicoli, ha sottolineato il ruolo dell’organizzazione in LIFE Innocereal, “un progetto che cerca di dare maggiore impulso all’uso di tecnologie all’avanguardia che contribuiscono ad aumentare la resilienza e la sostenibilità del settore agricolo di fronte alle sfide imposte dal clima”.

Ricardo Migueláñez, direttore generale di Agrifood Comunicación, ha dichiarato di volere che il progetto “diventi un riferimento nel settore, sia per gli operatori privati che per le amministrazioni pubbliche, e che tutti gli operatori del settore cerealicolo in Spagna, Italia, Grecia e Portogallo conoscano e possano applicare le conclusioni di questa ricerca, una delle più importanti sviluppate sulla coltivazione del grano tenero, del grano duro e dell’orzo da malto in Europa”.

In breve, un progetto a livello europeo che mira a rispondere alla sostenibilità ambientale ed economica della produzione cerealicola attraverso l’adozione di innovazioni nei sistemi di gestione del suolo e degli input agricoli e di nuove tecnologie e TIC. D’altra parte, la creazione di aziende tecnologiche e l’inserimento di sistemi agricoli sempre più meccanizzati e automatizzati fanno sì che la prospettiva di genere sia inclusa in questi ambienti.